“Io sono responsabile per mio figlio”. Se tuo figlio non dorme, non mangia, non va bene a scuola… è una tua responsabilità. Quante sofferenze nascono da questa credenza?
Ma è vero che siamo responsabili?
Mettere in discussione questo paradigma sembra quasi paradossale. “Certo che sono responsabile, è mio figlio!” Siamo talmente abituati a credere a questa visione, a cui siamo esposti da sempre, che non ci rendiamo conto della grande distorsione che sta alla base.
Affermare che noi siamo responsabili della felicità o dei problemi nostri figli, significa implicitamente accettare l’idea che qualcun’altro è o è stato a sua volta responsabile della nostra felicità e dei nostri problemi.
Accettare di avere una responsabilità sulle dinamiche di un’altra persona, anche di un bimbo di pochi anni di età, significa aprire la porta a una logica di delega. Cosa intendo con delega?
Se la felicità di tuo figlio “è una tua responsabilità”, o in altre parole “dipende da te”, e la tua felicità è di responsabilità di tua madre, ne consegue che nessuno dei due, né tu né tuo figlio, possedete e avete il controllo di tutti i pezzi del puzzle per completare il vostro quadro personale.
Partendo da questo assunto ti mancherà sempre un pezzo per risolvere i tuoi problemi, soddisfare i bisogni, realizzare il tuo pieno potenziale e la conseguente percezione di centratura e felicità. Quel pezzo lo hai lasciato ai tuoi genitori, a quello che hanno fatto o a quello che sono stati.
Succede spesso che a distanza di decenni senti ancora rabbia o risentimento verso i tuoi genitori rispetto a eventi o dinamiche passate, semplicemente perché sono stati diversi da come pensi che ti avrebbe reso felice.
Un giorno quando eravamo un bimbo o una bimba abbiamo creduto al pensiero “Io sono infelice perché mia mamma è troppo impegnata/ distratta/ severa/ depressa/malata”. A quel punto abbiamo iniziato a sentire il bisogno che fosse diversa per renderci felici, credendo che la nostra felicità dipendesse da lei.
“Certo che l’ho creduto, ero solo un bambino!”
Il punto non è: perché hai reagito in quel modo, nel passato. La domanda interessante è: perché continui a raccontarti questa storia ancora dopo 30 o 40 anni? E soprattutto perché stai propinando anche a tuo figlio questa visione della responsabilità?
Raccontarti la storia “visto che mia mamma… allora io” ti condanna inevitabilmente a un’inguaribile infelicità.
E’ possibile riprogrammare questo sistema di credenze restituendoti il pieno potere e la piena responsabilità sulla tua vita. Inizierai così a raccontarti una nuova Storia che ti riconosce come unico e indiscusso autore della tua felicità.
Abbandonare quest’illusione di responsabilità è un grande atto di Amore che conduce rapidamente a nuovi orizzonti di relazione non solo con te stesso ma anche verso i tuoi figli. Significa restituir loro l’intera responsabilità della loro vita, della loro felicità e quindi anche il loro intero potenziale per risolvere le difficoltà che incontreranno nella vita.
