‘Io mi fido di te’. Sembra un atto nobile e amorevole. Ma non lo è. Quando ci fidiamo di qualcuno il sottotesto è più o meno: “Ho deciso di fidarmi di te, quindi mi aspetto che domani terrai fede a ciò che dici oggi.”
Aiuto! Ecco che quello che sembrava un Valore si rivela essere un vero e proprio contratto in cui intrappoliamo le persone attorno a noi o ci troviamo a nostra volta intrappolati. E questa trappola della fiducia non mancherà prima o poi di condurci al suo momento di Verità: la delusione.
Se stiamo affrontando una ‘delusione’, significa ‘semplicemente” che prima c’è stata un”illusione’ La delusione non dipende mai dalla persona che ci delude, ma dall’aspettativa che stavamo nutrendo su di lei.
Sembra un’eresia mettere in discussione la celebrata fiducia negli altri, ma se non lo facciamo noi, tanto lo fa la nostra vita tutti i giorni…
La fiducia negli altri non è unp atto d’amore. Non da scampo, prevede una serie di condizioni contrattuali che, oltre ad essere il più delle volte implicite, contraddicono e negano la natura stessa, meravigliosa e imprescindibile, della nostra esperienza terrestre: la Trasformazione.
L’unica costante dell’universo è il cambiamento. Siamo qui per processare esperienze e grazie ad esse trasformarci e trasformarci… Oggi siamo diversi da ieri e da come saremo domani. Questa è l’unica certezza.
La fiducia e l’aspettativa di coerenza sono maldestri tentativi di opporsi a questa caleidoscopica e abbagliante danza. Ecco svelata la grande Illusione. Ogni volta che diamo fiducia e ci aspettiamo coerenza, ci opponiamo alla legge di trasformazione e ci prepariamo all’esperienza della Delusione.
E quindi dobbiamo rinunciare alla fiducia?
No. La Fiducia è strutturale per il nostro sistema di credenze. Ma l’unica Fiducia che genera evoluzione, e non più delusione, è la Fiducia in Me Stesso. Fiducia nelle mie risorse e nella mia capacità di accogliermi e stare con me, qualunque cosa succeda.
Liberarsi dalla fiducia negli altri e restituirla a me stesso significa uscire dalla dipendenza, da quel sottile ma logorante senso di instabile precarietà che accompagna la credenza della fiducia negli altri e trovare invece fissa e sicura dimora in me stesso.
Invece che ostinarmi nell’aspettativa che là fuori le cose restino coerenti, mi metto comodo per godere del grande show dell’infinita trasformazione.
E finalmente potrò amare liberamente. Non mi innamorerò più delle mie illusioni, ma potrò AMARE LE PERSONE INTORNO A ME IN CARNE ED OSSA, nella loro reale natura, senza porre alcuna illusoria condizione.
Michela Bonelli
