Non riesci a stare a casa dal lavoro neanche un giorno? Il senso del dovere e il senso di colpa

Come spiega meravigliosamente Vadim Zeland nell’ambito del Transurfing, ogni giorno siamo travolti, trascinati e vampirizzati da innumerevoli “pendoli” distruttivi. Ma cos’è un pendolo? Lo conosciamo fin troppo bene, ma la maggior parte di noi non ha mai avuto occasione di smascherarlo all’interno delle proprie dinamiche di vita. Zeland lo chiama pendolo, ma lo stesso concetto è ricorrente nella letteratura psicologica ed esoterica sotto altri nomi quali “egregora”, “credenza”, “forma pensiero” o “volador”…. Si tratta di una forma energetica mentale parassita, viva e autonoma potremmo dire, che si crea quando diverse persone pensano la stessa cosa, nella stessa direzione, allineando così i loro parametri di energia mentale. L’energia del pensiero dei singoli individui si fonde in un unico flusso, che comincia a vivere di energia propria , pronta ad assoggettare alle sue leggi gli individui responsabili della sua creazione.

Noi entriamo in un pendolo ogni volta che aderiamo ad un’idea precostituita, condivisa: un’ideale, un luogo comune, un identità aziendale, una fede sportiva, etica, religiosa, politica… Da quel momento ogni pensiero o azione fisica che compiamo in nome di quell’idea, andrà ad alimentare e “ingrassare” il pendolo, cedendo parte della nostra energia personale.

L’unico obiettivo del pendolo infatti, come ogni parassita, è sopravvivere. E per farlo ha necessità di attingere costantemente energia psichica, emozionale e fisica dalle persone che lo alimentano, ma anche che lo contrastano.

Il senso di colpa è un effetto chiaro dell’azione di un pendolo. Facciamo un esempio, perchè ogni volta che penso di assentarmi dal lavoro qualche giorno per recuperare fatica e stanchezza, mi sento terribilmente in colpa, non solo a farlo ma anche solo a pensarlo? In questo caso è proprio il pendolo del senso del dovere che ci sta parassitando, un pendolo a cui abbiamo aderito  tempo fa  quando ci è stato addirittura presentato come nobile e costruttivo. Ed è proprio questo il gioco: visto che la maggioranza intorno a noi pensa che il senso del dovere sia cosa buona e giusta e tutti  sembrano agire in in suo nome, nel tempo questo pendolo si è installato dentro di me, là dove ha cominciato ad alimentarsi quotidianamente della mia energia. Il risultato? Qualunque scelta io faccia in nome del senso del dovere rappresenterà un’emorragia della mia energia personale: se deciderò di andare al lavoro lo stesso, rinunciando a prendermi cura del mio malessere e stanchezza, avvertirò un senso di impotenza e di insofferenza che mi farà sentire ancora più spossato. Se invece deciderò  di stare a casa, contravvenendo apertamente alle leggi del senso del dovere, avvertirò quel senso di colpa che mi lascerà comunque frustrato e insoddisfatto, impedendomi di godermi appieno il momento di riposo. In entrambi i casi il pendolo del senso del dovere avrà raggiunto il suo obiettivo, attingere la mia energia psichica,  emozionale e fisica.

Finchè aderisco ad un pendolo non c’è scelta, ogni azione che compirò pro o contro le sue leggi mi lascerà più debole, svuotato. Quando aderisco inconsciamente ad un pendolo ho  la chiara sensazione che ci sia una legge, un’ideale che è più grande di me e che dovrei sforzarmi per soddisfarlo ed esserne all’altezza. In questo sforzo creerò le condizioni ideali per cedere la mia energia al pendolo, alla credenza. L’unica via d’uscita è un lavoro personale sul mio  sistema di credenze, grazie al quale tornerò io al centro della mia vita, con le mie effettive esigenze, di gran lunga più reali e concrete di qualsiasi pendolo precostituito. Sforzi e sensi di colpa smetteranno così di vampirizzare la mia energia, restituendomi il mio potere personale e sovrano.

Ecco un ‘divertente’ video di Steve Cutts che ben illustra gli effetti devastanti del pendolo del senso del dovere…

 

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